Il mandorlo, botanicamente conosciuto come Amygdalus communis L.= Prunus dulcis Mill = Prunus amygdalus Batsch, è originario dell’Asia centrale. Si ritiene che sia stato portato nel bacino del Mediterraneo dai fenici oppure dai greci, tra il quinto e il quarto secolo a. C.
Per quanto riguarda l’Italia, il mandorlo è presente in sostanza solo in due regioni, che forniscono il 96% della produzione nazionale: la Sicilia col 68% e la Puglia col 28%. L’attuale produzione nazionale di mandorle si aggira intorno a 100.000 tonnellate di prodotto in guscio (Fonte Istat) e quindi a 25-30.000 tonnellate di prodotto sgusciato.
Per una quotazione media di 5.000 €/tonnellata (Fonte: CCIAA Bari, maggio 2017), il valore della produzione di mandorle italiana si aggira tra 125 e 150 milioni di euro. Non male per una coltura presente in due sole regioni e, per di più, in costante contrazione di superfici e produzioni da 70 anni a questa parte. Se la Sicilia è sempre stata la principale produttrice, la Puglia è stata a lungo il principale centro di confluenza e commercializzazione del prodotto, grazie all’attiva presenza di numerosi “mercanti” di mandorle, secondo una colorita definizione data di se stesso da uno dei più importanti esportatori dall’Italia a cavallo della metà del secolo scorso.